Black Sails è una serie di enorme successo la cui sceneggiatura trae spunto da diversi personaggi e accadimenti realmente esistiti, e allora perché non approfondirli e conoscere la storia che si cela dietro la fiction?
Oggi partiamo dall’Urca de Lima, il galeone spagnolo a cui Flint da la caccia fin dalla prima puntata.
Il galeone, di costruzione olandese, si chiamava Santísima Trinidad. In gergo, il nome spagnolo per i velieri da cargo, urca, venne unito al nome del proprietario, Miguel de Lima y Melo, dando vita al leggendario soprannome, Urca de Lima.
L’imbarcazione era una delle dodici che componevano, la flotta del Tesoro Spagnola. E nel 1715, era impegnata con le compagne a trasportare una considerevole quantità d’argento dalle Indie Occidentali, verso la Spagna.
Per un convoglio con un carico tanto delicato, i pirati erano solo una delle insidie che infestavano i mari. E tra le più temute, vi erano certamente le tempeste, capaci di spezzare come giocattoli anche i velieri più robusti.
Questo fu, infatti, il destino della flotta spagnola.
Il 31 di Luglio del 1715, vicino alle coste della Florida, nei pressi dell’attuale città di Fort Pierce, una potente tempesta colpì l’intero convoglio spagnolo, riducendo i dodici galeoni a poco più di relitti galleggianti.
L’intero loro carico d’argento affondò in parte nel mare e in parte si riversò lungo la spiaggia, e più di mille marinai perirono nel naufragio.
L’enorme quantità d’argento riversata sulla spiaggia attirò ben presto numerosi pirati che non avevano alcuna intenzione di farsi sfuggire una così facile occasione di guadagno.
Uno di questi, fu Henry Jennings, corsaro inglese, che decise di non farsi sfuggire un tesoro a così buon mercato. Dopo aver recuperato buona parte del’argento e aver fatto infuriare gli spagnoli che con tanta perizia tentavano di recuperare quanto perduto, l’Inghilterra fu costretta a decretarlo pirata.
Con l’argento spagnolo in tasca, Jennings decise di sistemarsi sull’Isola di New Providence, a Nassau, dove divenne leader dei numerosi predoni che abitavano l’isola.
Nel 1718, accettò l’amnistia di Giorgio I, ritirandosi dalla pirateria, per sistemarsi in una piantagione a Bermuda.
Jennings è uno dei pochi pirati che riuscì a ritirarsi dal mestiere e godere della propria “pensione”.
Oggi, in Florida, dove avvenne il naufragio, vi sono diversi musei che espongono i resti recuperati dai relitti. Uno di questi il McLarty Treasure Museum, sorge sul campo spagnolo, costruito dai superstiti della flotta.